mercoledì 30 aprile 2008

Passerò per Piazza di Spagna

Passerò per Piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà un porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.

Sarai tu - ferma e chiara.
Cesare Pavese

Ho sempre apprezzato Pavese, ma conoscevo più la sua opera da narratore che quella da da poeta. Credevo, erroneamente, che bastasse quel po' che avevo letto per capirne l'essenza, ma mi sbagliavo.
I versi appena riportati mi hanno colpita sin dal primo istante.
(Forse perché mi ricordano una splendida giornata "romana" vissuta qualche anno fa... o forse perché a farmeli scoprire è stata una persona che apprezzo molto e che è sempre riuscita ad indirizzarmi verso le scoperte più belle nel mondo della lettura...).
Magari per gli altri non avranno la stessa forza evocativa che hanno per me, ma restano, a parer mio, egualmente splendidi.

mercoledì 23 aprile 2008

Jovanotti - A te

Una sorpresa per la mia mamma...visto che la tecnologia oggi c'è stata ostile, spero che almeno dal mio blog tu possa sentire questa canzone...

martedì 22 aprile 2008

Tornare alla realtà

Perché quando i progetti più belli sembrano essere ad un passo dalla realizzazione, succede sempre qualcosa di assolutamente imprevisto che ti fa' crollare tutto addosso, frenandoti bruscamente nella corsa all'inseguimento di quel sogno, così fortemente voluto, e lasciandoti triste, amareggiata e delusa?
Era stato tutto troppo semplice perché fosse vero.
Ma non demordo! L'ho già detto una volta: le conquiste più belle sono quelle più volute, sofferte ed infine profondamente meritate... Si tratta solo, ancora una volta, di rimandare...


P.S. Nella disperazione post-crollo-dei-sogni ho dato un'occhiata al mio oroscopo del giorno:

Ariete
Lasciatevi andare al flusso degli eventi senza forzare troppo situazioni e lavoro, tanto le cose vanno come devono andare. Qualcuno verrà a disturbarvi in un momento di riposo, qualcuno vi chiederà comprensione, qualcuno vi spingerà a reagire. Comunque sia, aspettate domani per le decisioni importanti.
Speriamo che "l'andare come deve andare" equivalga ad "andare bene"!!!

lunedì 21 aprile 2008

Dolce sognar

E' da qualche settimana che ho ritrovato la curiosità e la passione per la magia dei Cartoni Animati della Disney...
Storie che adesso non si raccontano più, ma con le quali sono cresciuta e che da piccola mi incantavano ogni volta come se fosse la prima...
Lilli e il Vagabondo é una di queste e, sicuramente, è tra le mie preferite...
Quella che posto oggi è una delle scene, a mio parere, più tenere e romantiche che siano mai state concepite...e la colonna sonora lascia senza parole...
In fondo, ogni tanto un po' di sdolcinatezza fa' bene allo spirito e serve a tirare su il morale!

domenica 20 aprile 2008

Versi sparsi

Il mondo davanti agli occhi e non soltanto in cuore

Pier Paolo Pasolini

martedì 15 aprile 2008

Riflessioni

Di solito non parlo di politica e, premetto fin d'ora, che non lo farò neanche adesso; però, negli ultimi giorni, alcuni "avvenimenti" della politica italiana mi hanno riportato alla mente, per uno strano quanto interessante gioco di associazioni, le parole di uno dei libri che più ho amato e amo leggere: Il Gattopardo di G. Tomasi di Lampedusa.
Pur consapevole che solo in pochi non hanno ancora letto il passo qui di seguito, ho deciso ugualmente di postarlo, sia perché rappresentativo, a mio parere, di uno dei capolavori della nostra letteratura, sia perché ritengo sia indispensabile che, nell'immaginario di ogni singolo siciliano, esso sia presente e radicato...ora più che mai...
Ecco dunque le parole del Principe di Salina al funzionario piemontese Chevalley:

"...Adesso non voglio discutere se ciò che si è fatto è stato male o bene; per conto mio credo che parecchio sia stato male; ma voglio dirle subito ciò che Lei capirà da solo quando sarà stato un anno fra noi: in Sicilia non importa far male o far bene; il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di "fare" [...].
Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel bagagliaio.
Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le più violente: la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro aspetto meditativo è quello del nulla che voglia scrutare gli enigmi del nirvana.
Da ciò proviene il prepotere da noi di certe persone, di coloro che sono semi-desti; da ciò il famoso ritardo di un secolo delle manifestazioni artistiche ed intellettuali siciliane: le novità ci attraggono soltanto quando le sentiamo defunte, incapaci di dar luogo a correnti vitali; da ciò l'incredibile fenomeno della formazione attuale, contemporanea a noi, di miti che sarebbero venerabili se fossero antichi sul serio, ma che non sono altro che sinistri tentativi di rituffarsi in un passato che ci attrae appunto perché è morto [...] .
Siamo troppi perché non vi siano delle eccezioni... D'altronde vedo che mi sono spiegato male: ho detto i Siciliani, avrei dovuto aggiungere la Sicilia, l'ambiente, il clima, il paesaggio. Queste sono le forze che insieme e forse più che le dominazioni estranee e gl'incongrui stupri hanno formato l'animo: questo paesaggio che ignora le vie di mezzo fra la mollezza lasciva e l'asprezza dannata; che non è mai meschino, distensivo, umano, come dovrebbe essere un paese fatto per la dimora di esseri razionali [...] .
Questa violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua di ogni aspetto, questi monumenti, anche del passato, magnifici ma incomprensibili perché non edificati da noi e che ci stanno intorno come bellissimi fantasmi muti; tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, subito serviti, presto detestati e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d'arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d'imposte spese poi altrove; tutte queste cose hanno formato il carattere nostro che rimane così condizionato da fatalità esteriori oltre che da una terrificante insularità di animo."

sabato 5 aprile 2008

"Le radeau des illusions"


Sfogliando un giornale mi è capitata tra le mani questa foto...
E' di Gérard Rancinan, un fotografo francese che non conoscevo... E' una rivisitazione, in chiave contemporanea, di uno dei quadri che adoro maggiormente: La zattera della Medusa di Théodore Géricault... un quadro che spero di poter presto andare ad ammirare al Louvre....
In luogo dei naufraghi della fregata Méduse, sono qui ritratti "i naufraghi di oggi", immigrati e ragazzi qualunque presi dalla strada... uno spaccato del mondo in cui viviamo, insomma.
Personalmente (è però un giudizio da profana), preferisco un tipo di fotografia diverso, meno "costruito" e più spontaneo, scaturito dall'abilità di chi, con un semplice scatto, riesce a cogliere i momenti più straordinari della vita reale....
Ciò nonostante questa foto mi ha davvero colpita, lasciandomi senza parole...ed ecco perché ho deciso di postarla... Mi è sembrata una provocazione, probabilmente forzata, ma oltremodo realistica, riguardo ad alcune verità di oggi... Infine, estremamente funzionali, nonché espressivi, i due simboli posti in lontananza quali mete agognate di una qualche possibile "salvezza": la scritta Holliwood, spezzata, e la Tour Eiffel.
Un'ultima osservazione: Il titolo che Rancinan ha dato al suo lavoro è "La zattera delle illusioni".... chi non si sentirebbe in un certo qual senso chiamato in causa?

Spot BMW

Non ho mai pubblicato il video di una pubblicità ( un video in generale), ma ammetto di avere trovato questa davvero interessante : "Sono le condizioni peggiori a rendere le cose straordinarie"...beh, non potrei essere più d'accordo!
E poi la soddisfazione di averla postata da sola è incommensurabile...Brava Nina!!!

Ed ecco anche il mio politometro

Girando tra i blog che frequento più spesso, ho trovato questo test sull'orientamento politico...l'ho fatto per curiosità, convinta di sapere a priori quale sarebbe stato il risultato e pensando di non pubblicarlo nemmeno...poi però quello stesso risultato, che davo per scontato, è stato così sorprendente (rispetto ai miei soliti preconcetti e pregiudizi) che non ho resistito alla tentazione di postarlo, pensando che magari a "qualcuno" avrebbe potuto far piacere sapere di avere avuto, ancora una volta, ragione...

martedì 1 aprile 2008

Ritrovare Montale

Montale è uno dei poeti che amo di più.
In realtà non è sempre stato così... Ho avuto bisogno di tempo e di attento ascolto per far mia anche solo una piccola parte del suo universo...
A volte l'ho considerato una vera e propria sfida: non era semplice accettare come inafferrabile la ragione che mi portava a quegli improvvisi e fulminei moti di immedesimazione nei suoi versi.... semplicemente perché, quella stessa ragione, pochi attimi dopo, mi portava mille miglia lontana da ciò che consideravo ormai certo, indiscutibile, meravigliosamente quotidiano...
Forse proprio l'ambivalenza che nasce in me dalla sua poesia e questo suo non riuscirmi mai scontato sono le caratteristiche che più ho amato e amo in lui...
Montale mi costringe ad una rielaborazione e ad un'accettazione critica cui solo gli incontri più importanti nella vita mi hanno finora costretta...
A volte è arduo coglierne il senso, ma quando riesco a farlo, il piacere che me ne deriva è assolutamente incomparabile a quello ottenuto tramite una conquista che sin da subito è sembrata tanto evidente e tanto ovvia da non lasciare spazio agli infiniti e meravigliosi (indubbiamente aspri, eppure così incredibilmente familiari) sentieri del dubbio...
D'altronde, le mie vittorie più belle sono sempre state quelle più duramente volute e sofferte...
Oggi ho avuto un'ulteriore prova di tutto questo.
Dopo lunghe settimane in cui avevo perso quell'indefinibile accordo che mi consentiva d'essere in sintonia con quelle parole, così tanto mie in passato, si è aperto un nuovo spiraglio di luce...
E quel tenue e delicato barlume mi ha riportata in un mondo denso di emozioni, in cui le parole accostate le une alle altre non sono più delle semplici lettere in endecasillabiche successioni di suoni, ma il sentiero tracciato verso quell'infinita dolcezza che è sempre bello riuscire a ritrovare, specialmente dopo che la si è considerata persa.
Riporto dunque i versi felicemente scoperti oggi...
Sono le strofe conclusive di "Voce giunta con le folaghe", una delle ultime liriche de La Bufera e altro:

...
- Ho pensato per te, ho ricordato
per tutti. Ora ritorni al cielo libero
che ti tramuta. Ancora questa rupe
ti tenta? Sì, la bàttima è la stessa
di sempre, il mare che ti univa ai miei
lidi da prima che io avessi l'ali,
non si dissolve. Io le rammento quelle
miei prode e pur son giunta con le folaghe
a distaccarti dalle tue. Memoria
non è peccato fin che giova. Dopo
è letargo di talpe, abiezione

che funghisce su sé... -
Il vento del giorno
confonde l'ombra viva e l'altra ancora
riluttante in un mezzo che respinge
le mie mani, e il respiro mi si rompe
nel punto dilatato, nella fossa
che circonda lo scatto del ricordo.
Così si svela prima di legarsi
a immagini, a parole, oscuro senso
reminiscente, il vuoto inabitato
che occupammo e che attende fin ch'é tempo
di colmarsi di noi, di ritrovarci...