E anche questa è fatta!!!!
Dopo un anno di lezioni, esercizi, prove, scontri e risate, il mio primo anno di teatro si è appena concluso..
Proprio ieri, infatti, ci sono stati gli esami di fine corso...
E' così strano...sembra che non siano trascorsi che pochi giorni da quel 17 ottobre in cui, un po' spaesata e forse anche diffidente, sono entrata nel piccolo locale di via Torino 57 dove avrei trascorso la maggior parte del mio tempo nei successivi 9 mesi...
Sono cambiate così tante cose da quando mi sono ritrovata lì per la prima volta...
e devo ammettere che molti dei cambiamenti che hanno caratterizzato il mio secondo anno universitario (mi chiedo se ne avrò mai uno che finisca nella stessa maniera in cui è iniziato!!), hanno avuto origine proprio dalle sfide che mi sono trovata ad affrontare tra quelle quattro mura...mura che a poco a poco sono diventate sempre più familiari...quasi una seconda casa...
Potrà sembrare esagerato, ma quest'esperienza mi ha fatto crescere molto.
Mi ha spinto a riflettere su alcune sfumature del mio carattere che cercavo a tutti i costi di non vedere o su alcune emozioni che volevo gestire razionalmente (quando in realtà c'era ben poco da gestire); mi ha invitato a rivedere alcuni comportamenti incoerenti o estremamente codardi che purtroppo risultavano decisamente frequenti; mi ha fatto mettere più volte in discussione me stessa e le mie "false certezze" facendomi sentire sempre più viva, in continua evoluzione!!!
Per non parlare poi delle persone che ho incontrato e scoperto proprio grazie al corso e a cui ho imparato a voler davvero bene...insomma, non per essere sempre la solita melodrammatica, ma è stata davvero un'esperienza fantastica che consiglierei di provare a chiunque...
Resoconti a parte, avevo promesso che dopo aver recitato il mio monologo, lo avrei postato e, adesso, finalmente lo sto per fare...
E' tratto da "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach, un romanzo veramente splendido (tra i primi che io abbia letto) ed è un testo che mi ha colpito sin dal primo momento; non solo perché esso aveva già un posto di rilievo nella mia "storia personale", ma perché è come se per certi aspetti riassumesse il mio percorso in questa scuola...
Dopo un anno di lezioni, esercizi, prove, scontri e risate, il mio primo anno di teatro si è appena concluso..
Proprio ieri, infatti, ci sono stati gli esami di fine corso...
E' così strano...sembra che non siano trascorsi che pochi giorni da quel 17 ottobre in cui, un po' spaesata e forse anche diffidente, sono entrata nel piccolo locale di via Torino 57 dove avrei trascorso la maggior parte del mio tempo nei successivi 9 mesi...
Sono cambiate così tante cose da quando mi sono ritrovata lì per la prima volta...
e devo ammettere che molti dei cambiamenti che hanno caratterizzato il mio secondo anno universitario (mi chiedo se ne avrò mai uno che finisca nella stessa maniera in cui è iniziato!!), hanno avuto origine proprio dalle sfide che mi sono trovata ad affrontare tra quelle quattro mura...mura che a poco a poco sono diventate sempre più familiari...quasi una seconda casa...
Potrà sembrare esagerato, ma quest'esperienza mi ha fatto crescere molto.
Mi ha spinto a riflettere su alcune sfumature del mio carattere che cercavo a tutti i costi di non vedere o su alcune emozioni che volevo gestire razionalmente (quando in realtà c'era ben poco da gestire); mi ha invitato a rivedere alcuni comportamenti incoerenti o estremamente codardi che purtroppo risultavano decisamente frequenti; mi ha fatto mettere più volte in discussione me stessa e le mie "false certezze" facendomi sentire sempre più viva, in continua evoluzione!!!
Per non parlare poi delle persone che ho incontrato e scoperto proprio grazie al corso e a cui ho imparato a voler davvero bene...insomma, non per essere sempre la solita melodrammatica, ma è stata davvero un'esperienza fantastica che consiglierei di provare a chiunque...
Resoconti a parte, avevo promesso che dopo aver recitato il mio monologo, lo avrei postato e, adesso, finalmente lo sto per fare...
E' tratto da "Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach, un romanzo veramente splendido (tra i primi che io abbia letto) ed è un testo che mi ha colpito sin dal primo momento; non solo perché esso aveva già un posto di rilievo nella mia "storia personale", ma perché è come se per certi aspetti riassumesse il mio percorso in questa scuola...
Ciascuno di noi è, in verità, un'immagine del Grande Gabbiano.
Un'infinita idea di libertà, senza limiti.
Il vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall'una altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero...una forma del vostro pensiero, visibile, concreta.
Spezzate le catene che imprigionano il pensiero e anche il vostro corpo sarà libero...
Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva perfetta, come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto, nello spazio e nel tempo.
Scegliamo il nostro mondo successivo in base a quello che apprendiamo in questo.
Se non impari nulla il mondo di poi sarà uguale a quello di prima, con le stesse limitazioni.
Puoi arrivare da qualsiasi parte, dovunque tu desideri, nello spazio e nel tempo...
Tu seguita ad istruirti sull'amore....
Mettere in pratica l'amore voleva dire rendere partecipe della verità da lui appresa, conquistata, qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.
Devi solo seguitare a conoscere meglio te stesso, ogni giorno un pochino di più.
Egli imparò a volare.
E non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia, la rabbia e la paura a rendere così breve la vita di un gabbiano.
D'ora in poi vivere qui sarà più vario ed interessante.
Noi avremo una nuova ragione di vita.
Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza e ci accorgeremo di essere creature di grande abilità ed intelligenza.
Saremo LIBERI, impareremo a volare.
Non dar retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.
Guarda con il tuo intelletto e scopri quello che conosci già.
Allora sì che imparerai come si vola.
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